Israele plaude Napolitano, bene alla Fiera del Libro

» 2008-05-06 21:14
Israele plaude Napolitano, bene alla Fiera del Libro
di Luigi Ambrosino

ROMA - Israele plaude alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano all'inaugurazione della Fiera del Libro di Torino, condannando con forza il rogo di bandiere israeliane appiccato nei giorni scorsi da gruppi antagonisti. Dopo la bufera di polemiche dei giorni scorsi, a manifestare vicinanza allo Stato ebraico - nella settimana che precede le celebrazioni per il sessantesimo anniversario della fondazione - ci pensano anche i vertici del nuovo governo, tradizionalmente solidali con le ragioni di Israele: Silvio Berlusconi invia un caloroso messaggio di auguri pubblicato con grande risalto dal quotidiano di Tel Aviv Yediot Ahronot; mentre il suo ministro degli Esteri in pectore, Franco Frattini, giudica "un pilastro della politica estera italiana" il riconoscimento della legittimità dello Stato d'Israele. Dopo qualche incomprensione negli ultimi due anni, il barometro dei rapporti tra Italia e Israele segna ormai 'sereno stabile'. Un clima disteso, che sembra andare oltre il cambio di maggioranza, tanto che oggi il capo della diplomazia israeliana Tzipi Livni ha voluto congedarsi telefonicamente dal ministro degli Esteri uscente Massimo D'Alema, ringraziandolo per "la fattiva collaborazione": un colloquio durante il quale l'ormai ex responsabile della Farnesina ha ribadito come l'amicizia con Israele sia per l'Italia "una scelta strategica consolidata e duratura". Dopo le polemiche che ieri hanno coinvolto Napolitano, oggi é stato l'ambasciatore israeliano a Roma Gideon Meir a definire "una posizione morale molto importante" la presenza del capo dello Stato all'inaugurazione della Fiera libraria torinese, che quest'anno ha previsto per Israele il ruolo di ospite d'onore. "Gli estremisti di destra o di sinistra che vengono a Torino per boicottare, vogliono solo delegittimare lo stato d'Israele", ha aggiunto il diplomatico con i giornalisti che gli chiedevano delle manifestazioni di protesta dei giorni scorsi. "Massimo rispetto" per la scelta di Napolitano è stato espresso anche dall'ambasciatore palestinese in Italia Sabri Ateyeh, che tuttavia non ha nascosto qualche perplessità: Israele, ha detto infatti Ateyeh all'ANSA, "può interpretare" la partecipazione del presidente della Repubblica "come un appoggio italiano alla sua politica di negazione dei diritti del popolo palestinese". A margine della presentazione al Vittoriano degli appuntamenti in programma per festeggiare i 60 anni di Israele, Meir - che pure non ha risparmiato in passato critiche pesanti all'atteggiamento 'dialogante' della Farnesina di D'Alema con Hamas - ha osservato che le relazioni tra Italia e Israele "sono state molto buone anche con il governo Prodi", dicendosi convinto subito dopo che il ritorno di Berlusconi non farà altro che "rafforzare" i legami. Nell'edizione di stamani, Yediot Ahronot ha pubblicato infatti con grande evidenza un messaggio del prossimo presidente del Consiglio ("In tutti noi c'é un poco dei figli di Israele", una "democrazia nel cuore del Medio Oriente", ha scritto tra l'altro Berlusconi), cui però l'agenda nazionale impedirà probabilmente di essere presente a Gerusalemme dal 12 al 14 maggio con altri capi di Stato e di governo stranieri alle imponenti celebrazioni con il premier israeliano Ehud Olmert. In quei giorni, infatti, il nuovo governo sarà impegnato alle Camere per il dibattito sulla fiducia. Ma le diplomazie stanno lavorando comunque alla prossima visita del Cavaliere in Israele, probabilmente una delle prime con il governo ufficialmente insediato a Palazzo Chigi.

fonte ansa.it

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